Prima parte dell’articolo che analizza i principali Punti di Vista Narrativi: il Punto di Vista in Prima Persona, il Punto di Vista in Terza Persona e il Punto di Vista Onniscente
Eccoci giunti ad un argomento piuttosto spinoso: il Punto di Vista Narrativo.
Il Punto di Vista Narrativo (o PdV) è l’angolazione attraverso la quale il Narratore racconta i fatti della vicenda.
Sebbene esistano miriadi di opinioni ed interpretazioni in proposito, posso affermare con certezza che le macrotipologie in cui è possibile classificare il PdV Narrativo sono sostanzialmente tre:
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il Punto di Vista in Prima Persona
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il Punto di Vista in Seconda Persona
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il Punto di Vista in Terza Persona
Lo so, probabilmente li hai sentiti chiamare in maniera decisamente più complicata di questa, ma io – che ho la testa dura e trovo inutili certe complicazioni lessicali – ho deciso di seguire la nomenclatura utilizzata dagli esperti di Scrittura Creativa americani e classificare il Punto di Vista Narrativo nel modo appena citato.
Sono certa che ti troverai bene anche tu.
Veniamo a noi.
Lasciando perdere il PdV in Seconda Persona, che è un argomento complicato, in disuso e per nulla adatto a questo contesto, desidero soffermarmi ora sulle altre due tipologie di PdV Narrativo più diffuse ed utilizzate: il Punto di Vista in Prima Persona e il Punto di Vista in Terza Persona.
Il Punto di Vista in Prima Persona (Singola e Multipla)
Il Punto di Vista in Prima Persona è una prospettiva che si adatta bene a quelle storie in cui si vuol dare risalto alla parte soggettiva, alle emozioni o al mondo interiore del Personaggio che si è assunto il compito di fare l’Io-Narrante.
Nel PdV in Prima Persona il Narratore osserva e racconta i fatti della vicenda senza intermediari, parlando direttamente al Lettore ed utilizzando il pronome io.
Esempio:
Quando vidi Mario correre verso il cancello di casa ripensai a tutte le volte in cui mi ero divertito a giocare con lui al parco della città. Sapevo bene che non provava alcun rimorso per ciò che era accaduto la sera del mio compleanno.
In questo semplice esempio l’Io Narrante, oltre a raccontare lo svolgersi della Scena, lascia molto spazio al proprio mondo interiore, fattore tipico di questa tipologia di Punto di Vista.
Non solo.
Il PdV in Prima Persona può essere Multiplo, cioè più personaggi possono sostenere il ruolo dell’Io-Narrante.
Un classico esempio è il romanzo The Help di Kathryn Stockett. In The Help le tre protagoniste (Minny, Aibileen e Skeeter) spiegano i fatti della vicenda ognuna attraverso i propri occhi. Ogni Personaggio racconta – all’interno di capitoli dedicati – la fetta di vicenda che la riguarda più da vicino.
Separare i brani raccontati dai differenti Narratori è il modo migliore per gestire un PdV in Prima Persona Multipla perché impedisce alla Narrazione di divenire confusionaria e impossibile da seguire.
Anche Mary Shelley utilizza il Punto di Vista in Prima Persona Multipla all’interno del romanzo Frankenstein. Ma lo fa in una maniera differente. Si avvale cioè della forma epistolare e di ripetuti Flashback per passare da un Punto di Vista in Prima Persona all’altro senza che questo appesantisca la Narrazione.
Se vuoi saperne di più su Frankenstein clicca sull’immagine sottostante per leggere l’analisi del Romanzo.
Il Punto di Vista in Terza Persona (Singola e Multipla)
Nel Punto di Vista in Terza Persona il Narratore descrive i fatti utilizzando i pronomi di terza persona. Questa angolazione narrativa si adatta ad una Narrazione meno coinvolta emotivamente rispetto ad un Punto di Vista in Prima Persona ma, se ben gestita, può comunque offrire una lunga serie di vantaggi tecnici che vedremo a breve.
Diversificazioni del Punto di Vista in Terza Persona
Parlare genericamente di “Punto di Vista in Terza Persona” è un’inesattezza tecnica. Mi spiego meglio.
Il PdV in Terza Persona è soggetto a numerose variabili che dipendono dalla quantità di conoscenza che il Narratore possiede o che vuole condividere, da quanta partecipazione emotiva ci mette e da quanti personaggi coinvolge nella prospettiva narrativa.
Per questo motivo il PdV in Terza Persona, in realtà si distingue in:
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Punto di Vista in Terza Persona Singola (oggettivo o soggettivo)
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Punto di Vista in Terza Persona Multipla (oggettivo o soggettivo)
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Punto di Vista in Terza Persona Onnisciente (raramente soggettivo, quasi sempre oggettivo)
Vediamoli assieme, uno ad uno.
Punto di Vista in Terza Persona Singola (oggettivo o soggettivo):
Il Punto di Vista in Terza Persona Singola è molto semplice. Il Narratore spiega l’azione attraverso gli occhi di un solo Personaggio.
Il PdV in Terza Persona Singola è paragonabile al PdV in Prima Persona Singola perché il Narratore decide di esplorare la mente e le emozioni di un solo Personaggio e condivide con il Lettore solo ciò che quel Personaggio conosce.
Quando Luca vide Mario correre verso il cancello di casa ripensò a tutte le volte in cui si erano divertiti a giocare al parco della città. Sapeva bene che non provava alcun rimorso per ciò che era accaduto la sera del suo compleanno.
In questo esempio la scena si svolge tutta nella testa di Luca.
Il Narratore conosce solo ciò che conosce Luca e mostra la Scena attraverso i suoi occhi e lo fa in maniera oggettiva perché non interviene con commenti propri sulla vicenda. In sostanza si limita a dire solo quello che Luca pensa in quel momento.
Fine prima parte. Vai alla seconda parte.
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IMPORTANTE: prima di salutarci ti ricordo che all’interno del Glossario Narrativo di Scrittissimo puoi trovare la spiegazione dei termini tecnici che ho utilizzato. Invece nella pagina dedicata alle Lezioni Base puoi trovare la spiegazione approfondita degli argomenti tecnici ricorrenti su Scrittissimo.
Per oggi è tutto,
a presto
Simona
Author & Admin di Scrittissimo.com