Seconda parte dell’articolo dedicato all’analisi approfondita de La Casa Stregata, uno dei racconti Horror più conosciuti di Howard P. Lovecraft
Eccoci ritrovati per la seconda ed ultima parte dedicata all’analisi del racconto dell’Horror di H.P. Lovecraft, La casa Stregata. Nella prima parte dell’articolo ho analizzato il Primo Atto, una porzione di storia quasi del tutto priva di azione ma costruita in maniera tale da creare una tensione narrativa crescente.
Il Secondo ed il Terzo Atto finalmente conducono il Lettore verso la risoluzione del mistero. Se ti interessa leggere opera gratuitamente e in versione integrale la trovi cliccando qui.
La Casa Stregata – SECONDO ATTO
Capitolo tre:
nel terzo capitolo il Narratore risale alle possibili origini degli strani fenomeni che da sempre accadono dentro la casa. Per confermare le sue scoperte e le sue nuove supposizioni decide di entrare in azione con l’aiuto dello zio Elihu.
Il Narratore spiega come le vicende che riguardavano la casa misteriosa lo avessero profondamente suggestionato. Secondo lui dietro a quei fatti si celava una malvagità chiaramente collegata all’edificio stesso, non alla famiglia. Il tutto era stato confermato dalle informazioni che lo zio aveva raccolto basandosi sulle testimonianze dei servitori e sull’analisi delle cause delle morti attestate da diversi medici. Secondo i testimoni gli influssi malefici provenivano dalle muffe e dalla cantina puzzolente della casa. Qualcuno parlava dei contorni diabolici e semiumani assunti dalle radici degli alberi e dallo strano aspetto delle muffe della cantina.
Ann White sosteneva che sotto la casa, a suo parere, avevano sepolto un vampiro che nel cuore della notte inviava ai suoi abitanti degli spiriti predatori. E l’insistenza della donna sulla necessità di compiere delle ricerche in cantina era stata la causa principale del suo licenziamento.
Anche il domestico Preserved Smith aveva parlato di fatti strani a cui aveva assistito e, nel suo certificato di morte si parlava di inspiegabile anemia. Non solo, alcuni giornali locali avevano parlato di due persone che, in procinto di morire, avevano cercato di mordere il medico sul collo come dei vampiri. Dopo questi fatti nessuno aveva più voluto prendere in affitto la casa.
Questo accadeva tra il 1860 ed il 1861 anno in cui lo zio del Narratore iniziava la professione medica. Infatti, prima di partire per il fronte, l’uomo aveva sentito parlare di queste vicende dai colleghi medici più anziani e per questo aveva cominciato a raccogliere un elevato numero di informazioni che poi aveva trascritto sui suoi taccuini.
Il Narratore spiega che, lui stesso aveva contribuito alla raccolta di tali informazioni. Aveva parlato più volte con il vecchio Harris prima che morisse nel 1916 e aveva ottenuto da lui e dalla sorella Alice numerosi informazioni e particolari.
Uno degli avvenimenti più bizzarri che accadevano in quella casa, consisteva nel fatto che gli abitanti della casa all’improvviso parlavano (o sproloquiavano come nel caso di Rhoby Dexter) in francese, lingua del tutto sconosciuta a quelle persone.
Il Narratore dice di aver chiesto ai fratelli Harris che cosa potesse centrare la Francia o la lingua francese con quella casa. La signorina Harris gli aveva confidato che forse Dutee Harris avrebbe potuto fornire qualche spiegazione in merito.
Infatti l’uomo aveva poi confermato che la sua prima balia, Maria Robbins, attribuiva dei significati soprannaturali ai deliri in francese di Rhoby.
Dopo quell’informazione il Narratore aveva deciso di risalire alla storia della casa a partire dal primo insediamento di coloni avvenuto nel 1636.
Nuova Svolta Narrativa: Durante le ricerche il Narratore aveva scoperto la registrazione di un lascito effettuato nel 1697 di un piccolo appezzamento di terra a favore di un certo Etienne Roulet e di sua moglie. Ecco finalmente l’aggancio alla Francia!
Nuova Complicazione: Non solo. Aveva anche scoperto che i Roulet avevano seppellito i propri morti proprio sopra il terreno sul quale era stata poi edificata la casa! E non esistevano registrazioni in merito ad eventuali trasferimenti dei resti.
Aveva anche scoperto che i Roulet erano degli ugonotti di Caude che avevano incontrato una forte opposizione da parte della popolazione al loro insediamento a Providence. Tuttavia tale ostilità per il Narratore era strana, secondo lui andava al di là dei pregiudizi razziali o nazionalistici.
Nuova Complicazione: Quarant’anni dopo la morte di Roulet il figlio Paul aveva provocato una misteriosa sommossa che aveva fatto cacciare la famiglia dalla città. E ciò aveva contribuito alla creazione di quella leggenda che conosceva soltanto la vecchia Maria Robbins.
Le sue ricerche avevano fatto parziale luce sui motivi di tale sommossa. Aveva infatti scoperto che un certo Jacques Roulet de Caude era stato condannato a morte nel lontano 1598 perché accusato di essere una creatura del demonio. L’uomo infatti era stato trovato in un bosco ricoperto di sangue e di brandelli di carne subito dopo l’uccisione di un ragazzo da parte di due lupi.
Probabilmente quell’antica storia era stata associata al nome di Etienne Rolet e del figlio Paul e aveva scatenato panico e violenze della sommossa. Probabilmente la famiglia Roulet era stata cacciata da Providence soltanto a causa di un’antica leggenda.
Il Narratore poi spiega che, alla luce di tutto ciò che aveva scoperto, si recava sempre più assiduamente alla casa abbandonata per esaminare i muri, la vegetazione del giardino e la pavimentazione della cantina. Con il permesso di Carrington Harris era riuscito ad entrare in cantina direttamente dall’esterno senza passare dalle scale buie interne.
Nonostante le minuziose ricerche non aveva scoperto nulla di interessante nemmeno in cantina, a parte l’umidità e delle deboli esalazioni nocive.
Lo zio allora gli aveva suggerito di perlustrare la casa col buio.
Nuova Complicazione: una notte aveva deciso di illuminare con una torcia elettrica il pavimento umido della cantina e, in quell’occasione, aveva notato di nuovo quella sagoma che aveva visto più volte da ragazzino. Non era mai stata così nitida come quella sera e mentre osservava quella macchia essa aveva originato un vapore leggero, poco luminoso che generava forme vaghe sviluppando del fetore terribile. Lo spettacolo era davvero orribile. Tuttavia era rimasto ad osservare il vapore mentre si dileguava e lo fissava con occhi malvagi.
Svolta Narrativa: Quando aveva raccontato l’accaduto allo zio, l’uomo gli aveva proposto di ritornare assieme per scoprire e possibilmente distruggere quell’orrore. Avevano dunque deciso di trascorrere una notte di vigilanza in quella cantina umida.
La casa stregata – TERZO ATTO
Capitolo quattro:
il Protagonista e lo zio decidono di affrontare quella spaventosa presenza che si nasconde dentro la casa. In questo capitolo finalmente emerge la parte più orrifica ed imprevedibile di tutta la Narrazione.
Era giovedì 25 giugno 1919 e il Narratore stavano organizzando il piano d’azione. Avevano portato dentro la casa due sedie, una brandina da campeggio e dei macchinari scientifici molto pesanti complessi.
A partire da quella sera avrebbero fatto la prima veglia. Avevano intenzione di vegliare a turno ogni 2 o 3 ore durante la notte.
Tale azione serviva per stabilire se esistessero delle variazioni sconosciute o inconsuete della materia e in che modo esse potevano manifestarsi occasionalmente con dei fenomeni che, per mancanza di conoscenza, non potevano essere compresi.
Secondo loro tali presenze erano collegate a quei primi coloni francesi che si erano insediati su quel posto due secoli prima e che, in qualche modo, ancora aleggiavano in quel posto grazie ad energie sconosciute.
Le loro ricerche sembravano provare che i componenti della famiglia Roulet avevano a che vedere con quelle entità. L’ipotesi era che le sommosse del 1730 avevano messo in moto dei poteri malvagi di uno di loro, forse quelli del tenebroso Paul Roulet e che, in qualche modo, erano sopravvissuti misteriosamente ai propri corpi.
Secondo loro, alla luce delle teorie scientifiche di quei tempi, non era impossibile dimostrare una cosa del genere. Si poteva immaginare che quel nucleo di sostanza energetica poteva esistere e su certi esseri viventi poteva penetrare e, a volte, anche dominare completamente. E dato che poteva essere ostile la sua estirpazione diventava necessaria.
Quello che più li preoccupava era il fatto che non sapevano in che modo quella creatura avrebbe potuto apparire. Nessuno l’aveva mai vista e soltanto pochi ne avevano avvertito l’esistenza. Poteva avere qualsiasi forma e consistenza, solida, liquida o gassosa, poteva essere minacciosa o capace di trasformarsi a suo piacimento. Le leggende conosciute fino a quel momento facevano pensare a forme vagamente umane, ma di ciò non erano affatto sicuri.
Per colpire questa creatura il Narratore e lo zio avevano realizzato due armi: il tubo di Crookes, ovvero un potente accumulo di corrente nel caso in cui l’entità si fosse rivelata incorporea e servissero delle radiazioni per distruggerla; e un paio di lanciafiamme militari dello stesso tipo utilizzato durante la (Prima) Guerra Mondiale nel caso in cui tale presenza fosse stata corporea e dunque suscettibile di distruzione meccanica.
I due uomini avevano riposto i macchinari tra la branda e la sedia in prossimità della chiazza. Quando avevano sistemato le armi la macchia era scarsamente visibile ma era divenuta visibile durante la notte.
La sorveglianza era iniziata alle 22:00 senza particolari avvenimenti. I due avevano lasciato aperta la porta che dava sulla strada in modo da avere una rapida via di fuga in caso di pericolo. Era difficile prevedere quanto tempo ci sarebbe voluto, ma sapevano bene che la avventura sarebbe stata molto pericolosa. Tuttavia richiedere aiuti esterni li avrebbe esposti al ridicolo e probabilmente avrebbe provocato il fallimento del loro piano.
Era giunto il turno di riposo dello zio. Il Narratore si sentiva solo perché quando una persona dorme non puoi farci affidamento. Fuori stava piovendo molto forte e il respiro dello zio che dormiva profondamente si sovrapponeva al rumore delle gocce d’acqua che filtravano in cantina.
Il Narratore aveva aperto la porta che dava verso la strada per respirare a pieni polmoni l’aria pura della notte e per distrarsi un pò.
Aveva notato che alcune volte il respiro dello zio diveniva un sospiro simile ad un gemito soffocato. Sebbene avesse più volte puntato la torcia elettrica su di lui per sorvegliarlo, aveva pensato che l’uomo fosse solo agitato da brutti sogni ispirati dalla situazione.
Nuova Complicazione: ad un tratto l’agitazione dell’uomo aveva iniziato a crescere sempre di più finché, con gli occhi semiaperti, aveva cominciato a parlare in francese! A quel punto era balzato in piedi senza però essere del tutto sveglio. E quei sussurri in francese si erano trasformati in fretta in urla in inglese: soffoco! Soffoco!
Lo zio si era svegliato del tutto e quando la sua espressione era divenuta di nuovo normale aveva cominciato a descrivere un sogno terribile. Nella sua mente si erano susseguite una serie di immagini prima normali e poi stranissime, composte da elementi geometrici, quadri disordinati che si sovrapponevano l’uno all’altro. Un momento pensava di trovarsi in un pozzo senza fondo, in un altro momento gli sembrava di trovarsi all’interno di una casa molto antica il cui arredamento e gli abitanti cambiavano in continuazione prendendo le sembianze della famiglia Harris.
Il soffocamento al quale si riferiva era causato da una presenza penetrante che si era diffusa nel suo corpo e aveva cercato di impossessarsi dei suoi organi vitali.
Il Narratore era molto preoccupato per lo zio vista la sua età avanzata. Al tempo stesso però aveva pensato che si trattasse di sogni causati molto probabilmente dalla situazione.
Nuova Complicazione: Era giunto il turno di riposo del Narratore e lo zio invece avrebbe dovuto fare la guardia. Ecco che, allo stesso modo dello zio, non appena aveva preso sonno aveva fatto sogni orribili. Nelle sue visioni provava una solitudine immensa e da ogni parte proveniva dell’ostilità nei suoi confronti. Sembrava di essere legato, imbavagliato e circondato da moltitudini di gente assetata del suo sangue. Poi all’improvviso aveva visto il volto dello zio che si avvicinava. Un urlo improvviso lo aveva risvegliato e lo aveva gettato in una nuova consapevolezza agghiacciante.
Capitolo cinque:
è il capitolo conclusivo. L’entità malvagia si mostra finalmente ai due coraggiosi uomini e la vicenda giunge alla conclusione.
Nuova Complicazione: la muffa emetteva una luce giallastra che faceva risaltare in maniera potente i contorni delle cose presenti in cantina. Il tutto aggravato dall’odore forte del luogo e dall’eco delle grida agghiaccianti dello zio. L’uomo si era dunque sollevato sulla branda pronto afferrare gli strumenti di difesa.
Apice del Conflitto: In quel momento aveva visto qualcosa di orrendo: dalle muffe del pavimento si stava alzando un vapore giallognolo che si gonfiava gorgogliando e ribollendo fino a raggiungere una notevole altezza.
Poi aveva preso una forma semiumana, con innumerevoli occhi e la testa rugosa simile a quella di un insetto e, dopo aver emanato un fetore putrido, si era dileguata per la cappa del camino.
Il povero zio si era trasformato in un mostro che gli correva dietro farfugliando parole nel tentativo di farlo a pezzi con gli artigli.
Cosciente di quello che lo aspettava il Narratore aveva imbracciato il tubo di Crookes e lo aveva diretto verso quell’ammasso scagliandogli addosso le radiazioni più potenti di cui poteva avvalersi l’uomo.
Ciò aveva provocato la dissolvenza di quella fosforescenza giallastra, ma l’orrore non era finito: in quella miscela nebulosa lo zio aveva cominciato liquefarsi in modo disgustoso e, durante quel processo avveniva di lui dei cambiamenti d’identità inimmaginabili. Era passato dall’essere un diavolo ad un’intera moltitudine di gente, da scheletro ad una processione di scheletri. Quella massa gelatinosa aveva assunto almeno un centinaio di aspetti diversi e, mentre cadeva a terra, sogghignava come un folle. Prima aveva visto i tratti somatici degli Harris, maschi, femmine, bambini, adulti, volti rozzi e volti familiari. Poi erano apparse le sorelle Dexter, poi i servitori che lottavano tra di loro tentando di assumere i tratti dello zio.
Questo orrendo spettacolo lo aveva costretto a fuggire verso la strada. Da lì si era incamminato verso sud senza meta, poi verso est per poi ritornare verso il mattino di nuovo nella casa di Benefit Street passando attraverso quella spaventosa porta che aveva lasciato socchiusa la sera prima.
Quando scese in cantina vide che di fronte al cammino non è rimasta alcuna traccia della macchia. La branda, le sedie, gli attrezzi il cappello erano ancora lì. Il suo stordimento era totale. Non riusciva a distinguere il sogno dalla realtà. Poi si rese conto di aver assistito fenomeni ben più orribili di quello che avrebbe mai potuto immaginare.
Risoluzione del Conflitto: l’uomo allora aveva deciso di escogitare un modo debellare quell’orrore. L’entità che aveva visto la sera precedente non sembrava fatta di materia e nemmeno di aria. La chiave del mistero era il punto in cui le muffe avevano assunto con le strane forme.
Era dunque tornato a casa e aveva ordinato per telefono un piccone, una vanga, una maschera antigas di modello militare e sei fusti di acido solforico chiedendo che tutto questo venisse consegnato il giorno dopo davanti alla casa di Benefit Street.
Alle 11:00 del giorno dopo aveva cominciato a scavare. Mentre muoveva la terra davanti al camino la vanga aveva provocato la fuoriuscita di una sostanza viscida giallastra. Scavando ancora più in profondità l’odore malefico aumentava ulteriormente.
Oramai sapeva che stava per entrare in contatto con la creatura diabolica che aveva infestato la casa con le sue emanazioni per oltre un secolo e mezzo. Quando era abbastanza vicino a quell’essere immondo aveva ormai esaurito tutte le forze.
Nuova Svolta Narrativa: improvvisamente la vanga aveva toccato qualcosa di molliccio. Spostando altra terra e era emersa una superficie vitrea, simile ad una specie di gelatina congelata putrefatta e leggermente traslucida. Quella cosa aveva una forma cilindrica simile ad un tubo solcato da una crepa. Finito di scavare si era sistemato all’esterno della buca e, senza sosta, aveva cominciato a svuotare al suo interno le pesanti damigiane.
Questa operazione aveva provocato un vortice accecante di vapore giallo verde. Chi abitava sulla collina ancora racconta di quel giorno in cui si erano alzati dei fumi violenti ed orribili che credevano provenissero dalla fabbrica posta sul Providence River. Avevano anche raccontato dello spaventoso boato che ne aveva seguito.
Scioglimento del Conflitto: quando il fenomeno chimico era terminato aveva ricoperto la buca. Oramai era al tramonto e la paura era scomparsa da quella casa. L’umidità era meno maleodorante e le muffe erano divenute polvere grigiastra. Uno dei fenomeni più spaventosi sulla faccia della terra era finito per sempre..
La primavera successiva Carlington Harris aveva messo di nuovo in affitto l’edificio. Esso era ancora spettrale ma a breve sarebbe stato demolito per costruirvi sopra un negozio o delle case. Perfino i vecchi alberi spogli avevano cominciato a riempirsi di mele e l’anno seguente gli uccelli avevano fatto nuovamente il nido tra i loro rami.
La casa stregata – FINE
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IMPORTANTE: prima di salutarci ti ricordo che all’interno del Glossario Narrativo di Scrittissimo puoi trovare la spiegazione dei termini tecnici che ho utilizzato. Invece nella pagina dedicata alle Lezioni Base puoi trovare la spiegazione approfondita degli argomenti tecnici ricorrenti su Scrittissimo.
Per oggi è tutto,
a presto
Simona
Author & Admin di Scrittissimo.com