Seconda parte dell’articolo dedicato all’analisi del più famoso Romanzo di R. Louis Stevenson, lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde
Proseguo ora con la seconda parte dell’analisi di uno dei Thriller più famosi di tutti i tempi, lo Strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde di Robert Louis Stevenson.
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Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde
seconda parte del SECONDO ATTO
Grave incidente con il dottor Lanyon
Passa del tempo e si diffonde la notizia di una taglia di migliaia di sterline su Hyde. L’uomo è scomparso e la polizia ha perso ogni sua traccia.
Nuovo Equilibrio: Questa sparizione fa sentire Utterson ogni giorno più tranquillo. Anche il dottor Jekyll è più sereno. Ha ricominciato a frequentare gli amici ed è divenuto perfino più religioso.
Nuova Complicazione: Due mesi dopo la rinnovata vitalità di Jekyll si interrompe nuovamente. Non riceve più nessuno, tanto meno l’avvocato.
Utterson preoccupato da questo ennesimo e repentino cambio di comportamento decide di recarsi a casa di Lanyon alla ricerca di conforto e di nuove risposte ai suoi interrogativi. Quando vede l’uomo, rimane sconcertato. Ha il volto pallido e smagrito; è divenuto più calvo e perfino più vecchio.
Ma ciò che lo colpisce di più è l’espressione stralunata e terrorizzata che il dottor Lanyon porta in viso. Ma non finisce qui. In quell’occasione scopre che il rapporto tra lui e Jekyll si è incrinato irrimediabilmente; tuttavia l’uomo non vuole fornirgli alcuna spiegazione sui motivi di questa decisione.
Il giorno dopo Utterson decide di scrivere al dottor Jekyll lamentandosi di non essere più ricevuto e chiedendo una spiegazione per quell’infelice rottura con Lanyon. La risposta non si fa attendere. Il giorno dopo il dottor Jekyll gli indirizza una lettera in cui lo supplica di non dubitare della sua amicizia, ma la frattura con Lanyon rimane assolutamente insanabile.
Nuova Complicazione: Quindici giorni dopo quell’incontro il dottor Hastie Lanyon muore. La notte dopo il funerale Utterson si chiude a chiave nel suo studio ed apre una busta indirizzata a lui da parte di Lanyon. Ma lo attende qualcosa di incredibile. La busta contiene un’altra busta sigillata conscritto “da aprirsi prima della morte o della scomparsa di Henry Jekyll”. Questo messaggio lascia l’avvocato esterrefatto. Dopo lo strano testamento del dottor Jekyll ecco che riappare il concetto di “scomparsa”. Dopo una lunga riflessione decide di riporre la lettera chiusa in una cassaforte.
Nuovo Equilibrio: Il giorno dopo Utterson decide di ripresentarsi a casa del dottor Jekyll ma riesce solo scambiare poche parole con Poole. Il domestico gli spiega che il dottore è sempre più confinato nel suo laboratorio ed è sempre più triste, sempre più taciturno. All’ennesimo rifiuto Utterson finisce per diradare sempre di più la frequenza delle sue visite.
L’episodio della finestra
Nuova Complicazione: Una domenica Enfield ed Utterson fanno la consueta passeggiata per le vie di Londra. Passano davanti alla solita porta e fanno alcune riflessioni. In quell’occasione si rendono conto che quella porta in realtà è l’ingresso secondario della casa di Jekyll. Questa scoperta li convince ad entrare nel cortile per dare un’occhiata.
Nuova Complicazione: Poco dopo Utterson intravede il dottor Jekyll all’interno del suo studio.
I due uomini fanno in tempo a scambiarsi alcune parole: Jekyll ribadisce a Utterson di stare proprio male. Poi, all’improvviso, sul volto del’uomo di dipinge un’espressione di terrore mista a sofferenza e la finestra si chiude immediatamente.
Utterson e Enfield sconvolti da quella scena – e rassegnati – decidono di andarsene.
Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde
TERZO ATTO
L’ultima notte
Nuova Complicazione: Una sera Utterson riceve una visita di Poole. L’uomo è molto spaventato. Pensa che sia stato commesso un delitto dentro casa ed esorta l’avvocato a seguirlo. Una volta giunti a casa trovano tutti i domestici riuniti all’ingresso. Sono visibilmente spaventati. Allora Utterson e Poole prendono in mano la situazione e si recano davanti alla porta della stanza di dottor Jekyll per capire cosa sta succedendo. Bussano e quando l’uomo risponde non possono fare a meno di notare quanto la sua voce sia molto diversa dal solito.
Poole conferma che è così da oramai otto giorni, dopo che lo ha sentito invocare a gran voce il nome di Dio. Poi Poole spiega ad Utterson che durante l’ultima settimana quello sconosciuto individuo ha pianto continuamente chiedendogli di procurarsi una certa medicina che, nonostante i suoi sforzi, risultava sempre sbagliata.
Le stranezze non finiscono qui. Poole riferisce ad Utterson uno strano episodio avvenuto poco tempo prima. Un giorno era entrato all’improvviso nel giardino nello studio e aveva visto il dottor Jekyll che frugava in fondo alla stanza con indosso una bizzarra maschera.
Quello che il domestico non riusciva a spiegarsi era come mai fosse fuggito via da lui non appena si era accorto della sua presenza, dato che erano ben vent’anni che lo serviva!
Utterson ipotizza una spIegazione logica: il dottor Jekyll è stato colpito da una malattia che lo ha deformato nel volto e nella voce! Ecco spiegati la maschera, l’allontanamento da tutti gli amici e il desiderio morboso di avere quella rara medicina.
Ma Poole è convinto che quell’individuo nascosto nello studio non sia affatto il dottor Jekyll: il suo padrone, dice, è un uomo alto e ben fatto, mentre quello è poco più che un nano. Egli è certo che non si tratti di lui ma di Mr Hyde ed avvalora l’ipotesi che sia stato vittima di un omicidio.
A questo punto Utterson e Poole decide di attrezzarsi per sfondare la porta con un’ascia e con un attizzatoio.
Utterson davanti alla porta dello studio grida che ha tutte le intenzioni di vederlo, con le buone o con le cattive, con il suo consenso o con la forza. Quando il dottor Jekyll risponde, l’avvocato riconosce la voce di Hyde.
Apice del Conflitto Principale: Con un notevole sforzo Utterson e Poole riescono a sfondare la porta. Per terra giace il corpo senza vita di Edward Hyde. L’uomo indossa dei vestiti troppo grandi per la sua taglia, degli abiti adatti ad un uomo della corporatura del dottor Jekyll. Il mistero è sempre più fitto.
Utterson e Poole esplorano tutta dalla casa, dalla cantina alle stanzette più oscure, ma del dottor Jekyll non c’è alcuna traccia. Poi tornano nello studio alla ricerca di indizi. Sul tavolo ci sono alcuni misurini contenenti una specie di sale bianco e i residui di un esperimento non portato a termine. Poole riconosce in quel sale bianco la medicina che portava al dottore. Quello che colpisce la loro attenzione è la presenza di uno specchio, oggetto assolutamente inusuale all’interno di quel laboratorio.
Poi l’attenzione si sposta sulla scrivania, dove, tra le carte disposte in ordine spicca una grande busta indirizzata ad Utterson.
Essa contiene tre documenti. Il primo è un atto di donazione a favore di John Gabriel Utterson, il secondo è un racconto scritto da Lanyon appositamente per Utterson, la terza è la relazione completa del caso scritta da Henry Jekyll.
Il racconto del dottor Lanyon
Nel suo racconto, Lanyon spiega di aver ricevuto, il 9 gennaio, una lettera scritta il 10 dicembre dell’anno ’18 dal dottor Jekyll. La cosa secondo lui è piuttosto strana perché ha visto il dottor Jekyll la sera precedente e non riesce ad immaginare nulla di tanto formale tra loro da giustificare una raccomandata postale.
La lettera riporta due specifiche richieste del dottor Jekyll. La prima è quella di rimandare tutti gli impegni di quella sera e presentarsi a casa sua. Li troverà il domestico Poole assieme ad un fabbro. Essi dovranno forzare la porta del suo studio ed entrare. Poi dovrà aprire una vetrina e prelevare il contenuto del quarto cassetto a partire dall’alto, ovvero delle polveri, una fiala e un quaderno d’appunti. Fatto questo dovrà portare tutto questo materiale nella sua casa di Cavendish Square.
La seconda parte del favore richiestogli consiste nel consegnare il contenuto di tale cassetto ad un uomo che si presenterà a casa sua a mezzanotte.
Poi la lettera scritta da Lanyon fornisce la conferma di tali fatti. Come previsto a mezzanotte un uomo di piccola statura e dagli abiti enormemente troppo grandi per la sua taglia si è presentato a casa sua. Senza troppi giri di parole l’uomo gli ha chiesto di consegnargli il contenuto del cassetto ed un bicchiere graduato dove ha poi mescolato tra loro le sostanze. Dopo averle bevute, nel giro di pochi minuti, quello strano uomo si era trasformato sotto i suoi occhi nel dottor Jekyll!
Jekyll gli ha appena confessato di essere proprio lui il famigerato Mr Hyde!
Completa relazione del caso scritta da Henry Jekyll
Flashback: Nella lettera Henry Jekyll rivela tutti i dettagli che lo hanno condotto a creare il suo alter ego, Edward Hyde.
Nella confessione egli spiega che, nonostante la sua affermata carriera di stimato professionista londinese, covava dentro di sé l’ardito desiderio di dar sfogo al lato più sordido ed irrequieto del suo carattere.
Era nata così la sua abitudine di nascondere i suoi piaceri più vergognosi a favore della sua carriera e della sua posizione nel mondo.
Pur conducendo una duplice vita non si sentiva un ipocrita perché secondo lui le sue nature erano assolutamente spontanee: era se stesso quando era sfrenato e privo di ogni inibizione ma era sè stesso anche quando, alla luce del giorno, era intento ad alleviare dolori e sofferenze degli uomini.
Col tempo si era abituato ad una duplicità di vita. Tuttavia questo conflitto interiore che viveva dentro di sé aveva insinuato in lui l’idea di separare questi due elementi. Se ciascuno di essi poteva essere rinchiuso in entità separate la vita sarebbe stata più semplice: il gemello malvagio ed il gemello buono avrebbero percorso strade differenti senza mai incontrarsi.
Dopo una lunga serie di ricerche aveva scoperto che certi agenti chimici combinati tra loro avevano il potere di compiere questo miracolo. Aveva esitato a lungo prima di sottoporre questa sua teoria ad una verifica pratica perchè sapeva di rischiare la morte: una droga così potente poteva annullare del tutto il suo corpo la sua mente.
Poi la tentazione di una scoperta così singolare aveva vinto le sue paure. Aveva iniziato una serie di esperimenti e, in un impeto di coraggio, aveva bevuto la soluzione chimica.
Nonostante le atroci sofferenze subite dopo la sua ingestione, qualcosa di strano e di indescrivibilmente nuovo lo stava attraversando: era totalmente cambiato nell’aspetto fisico e mentale; si sentiva più giovane, più leggero, più felice.
Tuttavia si era anche reso conto che la trasformazione lo rendeva dieci volte più malvagio. Aveva deciso dunque di portare nel suo laboratorio uno specchio per osservare tutte queste trasformazioni, soprattutto quelle fisiche.
Aveva dato a questo suo alter ego il nome di Edward Hyde. Aveva comprato per lui una casa a Soho, nella quale aveva messo come governante un’anziana signora poco incline ai rapporti umani.
Poi aveva annunciato ai suoi domestici di dare ad un certo Mr. Hyde la piena libertà di entrare nella sua casa. In questo modo avrebbe evitato equivoci anche con loro. Poi aveva scritto quello strano testamento in cui spiegava che nel caso in cui fosse accaduto qualcosa di grave al dottor Jekyll, avrebbe potuto assumere definitivamente le sembianze di Mr. Hyde senza incorrere in danni finanziari.
Si era dato anche una spiegazione logica per quanto riguardava il differente aspetto che assumeva dopo la trasformazione. Secondo lui la parte crudele della sua natura era meno forte meno sviluppata della parte più buona, caratterizzata invece da una corporatura alta e ben disposta. Per questo Mr. Hyde era più piccolo, più sottile e più giovane del dottor Jekyll. Come la bontà splendeva nell’aspetto di uno, così la perversione malvagità erano scritte sulla faccia dell’altro.
Quando il dottor Jekyll si trasformava in Mr. Hyde le sue scorribande divenivano sempre di più mostruose, a tal punto che lui stesso se ne stupiva parecchio.
Un però giorno accadde qualcosa di inaspettato: la sera prima si era coricato come Henry Jekyll e la mattina dopo si era risvegliato come Edward Hyde!
Quella trasformazione inaspettata era durata pochissimo tuttavia aveva lasciato in lui parecchi punti interrogativi, parecchi punti oscuri.
Non solo. Oltre ad avvertire il pericolo della metamorfosi involontaria si era reso conto che la statura di Hyde stava crescendo. Temeva dunque che l’indole di Hyde si sarebbe impossessata irrimediabilmente di lui.
La faccenda era resa più complicata dal fatto che il potere della droga che utilizzava per le trasformazioni si non si stava dimostrando sempre uguale. Talvolta aveva dovuto raddoppiarla, anche triplicarla, per ritornare nei panni del dottor Jekyll.
E dunque alla luce di ciò che era accaduto quel giorno aveva compreso che stava lentamente perdendo il suo originario io e si stava gradualmente identificando con il suo alter ego peggiore.
A quel punto aveva avvertito la necessità di scegliere tra i due. Le sue nature avevano la memoria in comune, ma tutte le altre facoltà erano divise in modo ineguale. Il dottor Jekyll aveva interesse per ciò che accadeva ad Hyde, ma Hyde provava solo indifferenza per ciò che accadeva a Jekyll.
Tuttavia divenire Hyde per sempre significava rinunciare agli amici, agli interessi e alle aspirazioni. Al tempo stesso però Jekyll avrebbe sofferto disperatamente nel perdere l’identità di Hyde. Dopo lunghe ed accurate riflessioni la scelta era ricaduta su Henry Jekyll.
Per due mesi aveva condotto una vita austera ma avvertiva, dentro di sé, che Hyde stava lottando per la sua libertà: in un momento di debolezza aveva ricomposto e poi bevuto la pozione della metamorfosi. Così quel demone rimasto in gabbia cosi a lungo era ritornato fuori imponente. Mentre beveva sentiva già la più furiosa propensione al male. Fu proprio questa sensazione che lo aveva condotto all’omicidio di Sir Danvers Carew. Quell’atto così brutale gli avevaprocurato parecchia soddisfazione e delizia.
Tuttavia quando il dottor Jekyll aveva ripreso possesso del proprio corpo era sopraffatto dall’orrore e dalle immagini terribili che la memoria gli riportava alla mente.
Questo episodio lo aveva convinto a rimanere il dottor Jekyll per sempre. A maggior ragione ora che Hyde era considerato il responsabile di quel delitto.
Per purificare i suoi peccati aveva deciso di dedicarsi anima e corpo alle sofferenze altrui, sebbene questa vita senza peccato lo annoiasse parecchio.
Tuttavia una mattina mentre passeggiava a Regent’s Park era stato colto da un’orrenda nausea ed un tremito molto forte. Quando il malessere se ne era andato si era reso conto di essere ritornato involontariamente ancora una volta ad essere Edward Hyde.
Ma aveva anche bisogno di tornare a casa a bere le sue droghe per ritornare normale. Gli era venuto in mente che l’unica persona a cui poteva rivolgersi era il suo amico, il dottor Hastie Lanyon. Si era fatto portare in carrozza ad un albergo di Portland Street dove aveva scritto due lettere, una indirizzata a Lanyon e l’altra indirizzata al suo domestico Poole. Hyde era sicuro che il suo amico, riconoscendo anche la sua scrittura – l’unica cosa che gli era rimasta del dottor Jekyll – lo avrebbe aiutato.
Poi aspettato a lungo scorrazzando avanti e indietro bordo di una carrozza per le vie di Londra. Quando finalmente era riuscito parlare con l’amico Lanyon rimase sconcertato dall’orrore che egli provava nei suoi confronti. Dunque era tornato a casa di nuovo nei panni del dottor Jekyll.
La pausa era durata poco. Dopo colazione, mentre camminava per il cortile, fu di nuovo assalito dalle sensazioni che preannunciavano il cambiamento. Ebbe appena il tempo di rifugiarsi nello studio che, nuovamente si trasformò in Mr. Hyde. Questa volta ci volle una doppia dose per ritornare nuovamente Jekyll ma, sei ore dopo, gli spasmi ritornarono e dovette bere un’altra volta la pozione. Da quel giorno in avanti sembrò che soltanto con grande sforzo, e sotto lo stimolo immediato della droga potesse rimanere Jekyll. A tutte le ore del giorno della notte veniva colto dal brivido premonitore. Soprattutto quando dormiva o semplicemente si assopiva su una sedia, si risvegliava come Edward Hyde. I poteri di Hyde erano cresciuti molto. Non solo, pareva che Hyde odiasse parecchio Jekyll. Riempiva le pagine dei suoi libri con bestemmie scarabocchi e, probabilmente, stava considerando di rovinarlo economicamente.
Tuttavia la provvista di droga stava cominciando scarseggiare. Si feceva mandare nuove provviste ma la miscela non funzionava più.
La lettera si conclude con la una truce domanda: Hyde morirà sulla forca o troverà il coraggio di uccidersi? La risposta la conosce solo Dio, a lui è indifferente. La vera ora della sua morte la considera questa, il passaggio definitivo a Mr. Hyde. Il resto non lo riguarda. Depone la penna e sigilla la confessione, e mette fine alla vita dell’infelice Henry Jekyll.
Lo strano caso del dottor Jekyll e Mister Hyde – FINE
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a presto
Simona
Author & Admin di Scrittissimo.com