EMMA BOVARY – analisi del personaggio – parte 2

By | Aprile 30, 2020

Seconda parte dell’articolo dedicato alla figura di Emma Bovary, il personaggio femminile più conosciuto di Gustave Flaubert

Nella prima parte di questo articolo ti ho spiegato le origini del romanzo di cui è la Protagonista e alcune curiosità ad esso legate.

Ho analizzato il percorso di vita di Emma, a partire dall’adoloscenza in convento per motivi di studio, passando attraverso le insoddisfazioni matrimoniali che la spingeranno – in età adulta – prima all’adulterio, poi allo sperpero dei beni coniugali ed infine al tragico suicidio. Insomma, un’esistenza caratterizzata dalla fragilità emotiva e dal’incapacità di risollevare il capo e di uscire da un evidente autosabotaggio.

In questo secondo articolo invece analizzo la sua complessa personalità e i simbolismi ad essa legati.

Emma Bovary – analisi del Personaggio

Personalità e simbolismi

Emma Bovary è la protagonista del romanzo di Gustave Flaubert, Madame BovaryAttraverso la figura controversa di Emma Bovary, Flaubert dissacra le eroine romantiche a lei antecedenti a favore di una tipologia di Personaggio femminile che si mostra nella propria fragilità ed ingenuità – ma anche nella propria arroganza – e per questo passibile di errore e di giudizio.

Emma va dunque considerata una vera e propria Antieroina, una Protagonista che non può essere paragonata a modelli femminili emancipati del calibro di Elizabeth Bennet (Orgoglio e Pregiudizio – 1813) o di Jane Eyre (Jane Eyre – 1847) ma che va valutata ed analizzata in relazione ad una condizione psicologica e sociale intrinseche che l’hanno resa incapace di autodeterminarsi.

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Non dobbiamo infatti dimenticare che Madame Bovary è ambientato nella prima metà del 1800, un periodo storico in cui le donne in Francia non hanno ancora raggiunto forme consolidate e diffuse di autonomia economica, specialmente coloro che – come Emma – provengono dalla provincia!

Dunque è perfettamente normale che Emma abbia creduto al matrimonio come unica possibilità per fuggire dalle limitazioni della vita di campagna per inserirsi in una nuova dimensione. Lo dimostra il fatto che ha accettato subito il corteggiamento e poi la proposta di matrimonio di Charles, convinta che fosse finalmente arrivata la sua migliore occasione di crescita sentimentale e sociale.

Purtroppo però, minata dall’ingenuità e dall’inesperienza di giovane ragazza, si trova intrappolata in un’esistenza insoddisfacente dalla quale non vede via d’uscita. Infatti non tarda a rendersi conto di essere stata troppo avventata sposandosi con il primo uomo che mostrava interesse per lei! Non a caso durante le passeggiate con la sua cagna di levriero italiano riconosce il proprio errore. Si accorge che avrebbe potuto attendere una seconda possibilità, ma le convinzioni romantiche stavano ingannando la sua mente già da tempo!

Non analizza quasi mai sé stessa o le sue stravaganti idee ed aspettative, piuttosto incolpa ciò che sta al di fuori di lei! Se la prende perfino con la propria natura femminile ritenendola responsabile dell’impossibilità di essere autonoma e di dover dipendere da un marito. E lo dimostra il fatto che, alla nascita della figlia Berthe, Emma è dispiaciuta che non si tratti di un maschio! A suo parere sarebbe stata garanzia di una vita libera.

emma bovary crede che sposando Charles la sua vita diverrà romantica ed aristocratica

E d’altro canto, come darle torto? Ogni uomo-chiave che la circonda è autonomo! Lo è il marito Charles che può decidere come gestire il proprio lavoro; lo è Léon che va a Parigi a studiare, lo è Rodolphe che ha la possibilità di trasferirsi a Yonville e poi di andarsene al momento opportuno.

Dunque Emma si presenta al Lettore come una donna prigioniera ma circondata da individui liberi, capace di prendersi delle emancipazioni ingannevoli, in ambiti destinati a fallire. Accade quando intraprende relazioni extraconiugali con Léon e Rodolphe; quando studia a memoria tutte le vie di Parigi sognando ad occhi aperti la vita spensierata e lussuosa che si svolge nella capitale francese; infine quando, senza troppi scrupoli, sperpera il denaro del marito fino ad esaurirlo.

Non solo. Perfino l’Ambientazione del Romanzo gioca a suo sfavore trasformandosi per lei in una fonte di prigionia! Tostes e Yonville-l’Abbaye, le due cittadine della provincia francese in cui si svolgono i fatti, sono dominate dalle abitudini e dai manierismi della borghesia del periodo! Dunque divengono indirettamente per Emma un ulteriore ostacolo da superare.

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Sarà proprio questo continuo rapporto tra libertà e prigionia a generare in lei una vera e propria depressione che le farà perdere completamente il controllo della propria vita e che la spingerà a fuggire da essa nel modo più estremo possibile.

Emma Bovary – analisi del Personaggio

Il rapporto con gli altri personaggi

Come si deduce dalla sua biografia, ciò che davvero disturba la felicità di Emma sono le ideologie romantiche con le quali viene a contatto fin dai primi anni della sua adolescenza. Come semi gettati in un terreno fertile, queste idee fanno subito presa sulla sua personalità fino a trasformarsi in una irrinunciabile esigenza.

E’ risaputo che Madame Bovary incarni l’antipatia di Flaubert verso il movimento del Romanticismo ed anche la sua disapprovazione verso per i manierismi e i condizionamenti della borghesia francese di provincia di quel periodo.

Tuttavia sarebbe restrittivo soffermarsi solo su questo aspetto, sul quale, sono già stati spesi fiumi di parole!

Non va dimenticato infatti che Madame Bovary oltre ad essere un Romanzo Realista è una vicenda tragica ed anche di approfondimento psicologico che ruota attorno alla Caratterizzazione accurata dei personaggi e del rapporto intrinseco tra essi.

Basti pensare al fatto che Flaubert circonda la sua Protagonista di personaggi maschili, non solo liberi ma anche negativi che – influendo direttamente sulla sua fragile personalità – accentuano la drammaticità dell’opera.

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Charles, il marito di Emma, è un uomo senza dubbio innamorato, capace di gentilezze e di carinerie verso la moglie. Purtroppo però la sua disattenzione verso le frustrazioni della donna, la mancanza di interesse verso la cultura e le buone maniere e l’evidente assenza di ambizione professionale, rappresentano per lei difetti insopportabili.

Rodolphe Boulanger, l’amante più importante di Emma, è solo un dongiovanni da strapazzo interessato ad aggiungerla alla lista delle sue concubine. E lo dimostra chiaramente quando interrompe la relazione con una banale lettera riposta in un cestino della frutta e se ne va di nascosto da Yonville.

Monsieur Lheureux, il mercante di beni di lusso del paese, è privo di qualsiasi scrupolo morale e fa indebitare Emma fino al collo con l’inganno. Non contento la esorta perfino a chiedere denaro in prestito ai suoi amanti.

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Lèon Dupuis, il secondo amante della donna, sembra provare per lei un tipo di amore sincero paragonabile a quello del marito. Purtroppo però, oltre ad essere molto più giovane di lei, è troppo debole di carattere e non riesce a bilanciare la negatività estrema nella vita di Emma.

Monsieur Bournisien, l’abate di Yonville-l’Abbaye, non comprende affatto la crisi emotiva e spirituale di Emma. Quando la donna cerca di parlare con lui alla ricerca di un sollievo spirituale, è evidente che il prelato non è in grado di prestarle soccorso!

Come se non bastasse Emma ce la mette tutta per complicare la situazione. Oltre ad essere sopraffatta da una visione utopistica della vita, preferisce non chiedere aiuto ed attenzioni al marito Charles in maniera diretta, ma sceglie di tormentare i suoi amanti pretendendo la prova continua del loro desiderio.

La sua ansia, la sua fame di affetto e di attenzioni divengono delle ossessioni da placare in un modo o nell’altro. Prima con l’adulterio e poi, insoddisfatta anche di quello, con lo sperpero di denaro – paragonabile al più moderno shopping compulsivo – che diviene prima una forma inconsapevole di auto-terapia e poi la causa del dramma finale.

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Emma Bovary – analisi del Personaggio

il rapporto con Punto di Vista Narrativo

Flaubert utilizza un Punto di Vista Narrativo di tipo Onnisciente ed oggettivo, affinché il Lettore possa interpretare i fatti e i personaggi a modo proprio. Sebbene si tratti di un’idea piuttosto diffusa, in quanto Madame Bovary è uno degli esempi più importanti di Romanzo Realista, NON mi sento completamente d’accordo sul fatto che si tratti di una Narrazione Oggettiva.

Ne spiego subito il motivo.

E’ palese che il Narratore non faccia commenti propri sui fatti e sui personaggi, come magari li fa – per intenderci – un Narratore in Prima Persona come Nick Carraway ne Il Grande Gatsy o il Dottor Watson ne Uno Studio in Rosso.

Per approfondire:

ANALISI GRANDI PERSONAGGI - JAY GATSBYANALISI GRANDI CLASSICI - UNO STUDIO IN ROSSO

Però è anche evidente che il Narratore Onnisciente di Madame Bovary mostri – senza apporre filtri – solo e soltanto i pensieri più intimi di Emma! E’ la Protagonista dell’opera, siamo tutti d’accordo su questo, ma non riserva un trattamento similare (neanche alla lontana) a nessun altro Personaggio!

Per esempio, si conoscono le azioni che intraprende Charles Bovary e le supposizioni che Emma fa nei suoi confronti! Ma non si sa davvero cosa frulla nella sua testa! Ci pensa a volte il Narratore a sintetizzarne i pensieri, ma nulla di più.

Lo stesso vale per il resto dei personaggi del Cast.

Non solo. Sebbene si tratti di un elemento tecnico più moderno, analizzando la composizione degli Schieramenti dei Personaggi, è evidente che sono sbilanciati a sfavore di Emma!

Chi è davvero dalla sua parte? Il marito Charles? Probabilmente lo sarebbe stato, se avesse conosciuto il tormento interiore di sua moglie.

Lèon Dupuis? E’ forse l’unico ad averci provato, ma ha comunque fallito!

Lezione Base - lo Schieramento dei Personaggi

Tecnica Narrativa - come scegliere il Punto di Vista

Dunque alla luce di questa riflessione mi permetto di dichiarare che Madame Bovary NON è scritto attraverso una Narrazione oggettiva! Anzi tende a condizionare le idee del Lettore perché mette completamente a nudo solo la personalità di Emma Bovary!

Questo potrebbe significare che l’intento di Flaubert fosse anche questo! Utilizzare un’Ambientazione realistica, personaggi comunque realistici, situazioni realistiche ispirate da fatti veramente accaduti, allo scopo di costruire un Personaggio estremamente complesso e comunque molto verosimile come Emma! Un Personaggio non solo reale ma che facesse riflettere il pubblico di lettori in più ambiti e sfaccettature possibili!

Dunque – nonostante sia difficile farsi un’idea positiva di Emma – è possibile comprenderla, entrare in empatia con lei, giustificare le sue azioni partendo dalla visione intima dai pensieri che l’hanno tormentata per tutta la vicenda!

Anzi, potrebbe perfino risultare simpatica e anche ingenua in quanto vittima di sé stessa, degli individui che l’hanno circondata ed ingannata e della società borghese del periodo! Perché no?

Ma ad un’analisi più attenta fatta da un pubblico più disincantato, Emma Bovary potrebbe anche apparire come una donna che ha “giocato male le sue carte”, una donna che avrebbe potuto accontentarsi di un uomo che le assicurava amore ed un tetto sopra la testa per poi gestire le proprie pulsioni in una maniera più furba.

Ma anche questa è pur sempre un’interpretazione personale! Ma è anche la dimostrazione che Emma Bovary è davvero una Protagonista complessa, caratterizzata magistralmente e dunque meritevole di trovarsi tra i personaggi della Letteratura più conosciuti ed apprezzati di tutti i tempi.

Lezione Base che spiega chi è il Narratore e a cosa serve

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Per oggi è tutto,

a presto.

Simona

Author & Admin di scrittissimo.com

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