Prima parte dell’articolo che spiega i dieci errori da evitare quando si scrive una Storia
La stesura della Prima Bozza dovrebbe essere come una corsa selvaggia senza freni e senza limiti, una sorta di viaggio pieno di scoperte e di momenti di esplorazione alla ricerca di qualcosa di veramente nuovo ed originale da comunicare al Lettore.
Tuttavia si tratta – ahimè – di una situazione temporanea. Dopo la Prima Bozza infatti arriva il compito più duro, quello cioè che riguarda la rielaborazione degli eventi della Storia, il perfezionamento dei Personaggi e dei vari Conflitti Narrativi, il completamento delle differenti linee narrative e l’inquadramento della vicenda all’interno di una struttura narrativa idonea.
Per ora, in questa sede, ti spiego quali sono i dieci errori da evitare quando scrivi la tua Storia. Non sto parlando di errori grammaticali, ortografici o di sintassi, ma di errori tecnici e concettuali che, se non riconosciuti per tempo, oltre a rallentare i tempi di stesura, potrebbero minare intere giornate di duro lavoro.
Vediamo assieme i primi cinque. Nella seconda parte di questo articolo invece troverai gli altri cinque.
I 10 errori da evitare quando scrivi la tua Storia – prima parte
1. Personaggi spenti
Il primo errore di questa rassegna riguarda i Personaggi. I Personaggi sono il cuore pulsante della tua Storia, il motivo per il quale il Lettore continua sfogliare le pagine del libro.
Dunque perché non sfruttarli al massimo delle loro potenzialità?
Permetti ai tuoi Personaggi di esprimersi, esalta i lati più bizzarri ed inconsueti della loro personalità, mostrane i vizi e le virtù, onora le loro imperfezioni e i loro punti di forza.
Dopotutto è proprio questo che interessa al Lettore, ovvero conoscere Personaggi vivi, realistici e liberi dai consueti stereotipi. Personaggi nei quali possa identificarsi e per i quali possa esprimere empatia e solidarietà.
Permetti al Protagonista della tua Storia di essere sé stesso, di imparare la danza classica al venerdì e di fare rugby in alta montagna alla domenica o di essere un esperto di fucili d’assalto che spende migliaia di euro in ceramiche floreali d’epoca.
Gioca coi contrasti, rompi gli schemi facili da prevedere, metti imprevisti ed entusiasmo nella loro vita. Solo in questo modo non corri il rischio di costruire Personaggi spenti.
2. Troppi dettagli irrilevanti
Il secondo dei 10 errori da evitare riguarda il fenomeno dell’infodumping, cioè l’indiscriminato inserimento di dettagli inutili che riempiono le pagine del libro e la testa del Lettore senza fornire valore aggiunto alla Storia.
I dettagli informativi vanno inseriti per favorire la Trama, per caratterizzare dei Personaggi, per aiutare a comprendere meglio l’andamento della vicenda, per fornire una buona descrizione del luogo e del tempo tempo in cui si svolgono i fatti della Storia.
Non occorre conoscere i dettagli della vita privata di un Personaggio Secondario se questo non serve ai fini della Trama. Non serve sapere quando ricorre il compleanno della madre del vicino di casa curioso e rumoroso del Protagonista, se il suo compito è, appunto, solo quello del vicino di casa curioso e rumoroso.
E non serve nemmeno sapere che il barista che serve il caffè nel bar della scuola è il fidanzato dell’insegnante di scienze, a meno che questo dettaglio non abbia un peso significativo nella vicenda.
Lo stesso vale per il Dialogo. Non permettere ai tuoi Personaggi di fare lunghi discorsi confessionali o di dilungarsi in inutili chiacchiere. Usalo soprattutto per fornire informazioni, per mandare avanti la Trama e per caratterizzare.
Altrimenti rischi di confondere le situazioni in cui sarebbe meglio raccontare (telling) con quelle in cui sarebbe meglio mostrare (showing). Ho scritto un interessante articolo che parla proprio della differenza tra mostrare e raccontare. Eccolo:
3. Scarsa attenzione al linguaggio
Il terzo dei 10 errori da evitare riguarda il linguaggio. Sebbene la comunicazione debba sempre sempre essere chiara e concisa, ciò non significa che possa essere banale o mancare di precisione. Per raccontare gli eventi della Storia, per permettere ai tuoi Personaggi di parlare, per dare al Lettore informazioni utili, devi scegliere le parole con sufficiente attenzione.
Non si tratta solamente di accrescere il vocabolario o di utilizzare i sinonimi correttamente. Si tratta anche di essere specifici e di trasmettere il concetto con il minor numero di parole possibili.
Si può essere fantasiosi ed intriganti al tempo stesso; si può scegliere un linguaggio colloquiale per narrare la Storia, basta che sia preciso e concreto e che vada dritto al punto.
Il vento non si limita a soffiare. Può strappare, ruggire, frustare. Lucia non si limita a parlare, può bisbigliare, può chiacchierare e può perfino pettegolare. Il sole non è solo caldo ma è accecante, imponente, protettivo, potente.
Ogni singolo verbo non è solo azione ma porta con sé un’emozione precisa e specifica. Ogni aggettivo non è solo una definizione di un oggetto ma è anch’esso portatore di un sentimento.
4. Utilizzo di Cliché, luoghi comuni e Stereotipi
Il quarto dei 10 errori da evitare riguarda l’utilizzo di Stereotipi, dei Cliché e dei luoghi comuni. L’impiego di questi dispositivi rende piatta la Narrazione perché comunica al Lettore una certa mancanza di fantasia e di freschezza e priva la Storia di immagini vivaci e fantasiose.
Come eliminare luoghi comuni, Stereotipi e Cliché? Semplice, basta evitare l’ovvio, ciò che stato già detto e ridetto e che ormai non comunica più nulla o comunica qualcosa di distorto.
Per esempio frasi fatte come “non ci sono più gli inverni di una volta”, “sono sempre i migliori che se ne vanno” o affermazioni tipo “stonato come una campana”, “bello come un dio”, “nero come il carbone” sono stati così oberati di lavoro che hanno cessato di significare qualcosa. È ora di andare oltre ed osare.
Se vuoi enfatizzare o mostrare la depressione del tuo Personaggio, non serve dire che di lui che “è triste come una giornata piovosa” o che “il suo umore è nero come la pece”, piuttosto mostralo mentre cammina in gallerie, sottopassaggi o in cantine. In questo modo rafforzi il suo stato d’animo triste ed eviti l’ovvio.
5. Mancanza di un’Apertura avvincente
La mancanza di un’Apertura avvincente che catturi l’attenzione del Lettore fin dalle prime righe credo sia tra gli errori più “imperdonabili” che si possano commettere.
Ho scritto un articolo che analizza (e risolve) il classico dilemma che ogni Scrittore – almeno una volta nella sua carriera – si è posto: da dove inizio a raccontare la Storia? È meglio cominciare fin dal principio degli eventi oppure è meglio avviare la Narrazione nel bel mezzo di un problema da risolvere?
Eccolo:
Qualsiasi sia la scelta che compi è importante che l’esordio della tua Storia sia dotata di un gancio avvincente, di un aggancio che desti la curiosità del lettore.
Naturalmente, se decidi di iniziare la Narrazione nel bel mezzo di un conflitto da risolvere o nel bel mezzo di un problema spinoso che sta rovinando l’esistenza ai tuoi personaggi, è più facile catturare l’attenzione del Lettore.
Tuttavia, anche una Storia che comincia dall’inizio dei tempi può incuriosire il Lettore. Basta utilizzare le parole giuste. Cosa ne dici di queste?
Quella sera del 15 ottobre 1983 iniziai il viaggio più strampalato della mia vita, un viaggio che avrebbe condotto me e Gunter III, il mio labrador di quattro anni, verso la più stravagante delle avventure.
Tutto cominciò alle 18,45 del 14 ottobre, quando ricevetti una telefonata dal mio caporeparto: – Joanna? Pronto Joanna? Sei li? Ho bisogno di un favore.
Le sue parole concitate mi misero in allarme. Staccai la segreteria telefonica e sollevai la cornetta. Tuttavia avevo già intuito che quello che stava per dirmi non mi sarebbe piaciuto affatto: – S-si, Michael.Cosa succede?
– Ah Johanna, grazie al cielo ci sei! Ho bisogno di un favore.
– Sarebbe?
– Ricordi che ti avevo parlato della passione di mio figlio Tom per le armi? Beh, dopodomani è il suo diciottesimo compleanno e io e Laura vogliamo regalargli un canne mozze e… ti pago il viaggio… per favore… ci sarebbe un amico che ti aspetta in un posto… puoi fidarti…
Scommetto che queste poche righe hanno scatenato la tua curiosità. Chi è il fantomatico amico che aspetta Johanna in un non-ben-precisato posto? Perché deve andare proprio Johanna a prendere l’arma e non può andarci Michael in persona? Perché dotare un giovane ragazzo di un fucile a canne mozze? Perché anche la madre Laura è d’accordo a fare un regalo del genere? Il ragazzo è forse in pericolo? O si tratta di un capriccio? Quanto è lontano il luogo dell’incontro? È pericoloso per Johanna?
Se avessi aperto il mio romanzo con Johanna mente conversa piacevolmente con Michael sul luogo di lavoro o avessi mostrato Johanna mentre porta a spasso Gunter III di sicuro non avrei ottenuto lo stesso effetto-gancio.
Fine prima parte. Vai alla seconda parte di questo articolo.
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IMPORTANTE: prima di salutarci ti ricordo che all’interno del Glossario Narrativo di Scrittissimo puoi trovare la spiegazione dei termini tecnici che ho utilizzato. Invece nella pagina dedicata alle Lezioni Base puoi trovare la spiegazione approfondita degli argomenti tecnici ricorrenti su Scrittissimo.
Per oggi è tutto,
a presto
Simona
Author & Admin di Scrittissimo.com